Il principe e la sarta. No spoiler!
Il problema de Il principe e la sarta di Jen Wang (Bao Publishing, 2019), ammesso che sia un problema, è: come parlarne senza togliere al lettore l’emozione che proviene da una lettura “al buio”?
Svelarne il tema centrale è già in qualche modo uno spoiler. Credo invece di non far torto al buon lettore se scrivo del contesto e della primissima parte del racconto che, nell’equilibrio del tutto costituisce una sorta di antefatto.
La storia è ambientata in una Parigi tra fine Ottocento e inizi Novecento. Un’epoca di transizione dall’antico al moderno, che bene si adatta ad una fiaba, genere a cui il libro afferisce.
Sebastian, il sedicenne principe ereditario del Belgio, è in città con la sua famiglia che insiste perché trovi moglie. Per questo motivo viene indetto un Reale Ballo di Primavera cui vengono invitate tutte le giovani donne in età da marito. Immagginatevi la scena come in Cenerentola, rigorosamente nella versione Disney.
Sì, perché Jen Wang, a suo stesso dire, ha come fonte d’ispirazione e come obiettivo le atmosfere da film Disney, con una narrazione teatrale e da musical. Senza dubbio ottiene il risultato sperato grazie ai coloratissimi disegni e alla sceneggiatura del fumetto estremamente curata.
Ma torniamo alla storia. Alla notizia del ballo tutte le sartorie parigine sono in fermento e nel pieno delle attività per produrre l’abito più particolare ed elegante per l’occasione.
Quell’abito sarebbe foriero di una duplice fortuna. Indossato permetterebbe alla proprietaria di essere notata e magari di convolare a nozze. Per il laboratorio invece costituirebbe una fonte di fama e di lauti futuri guadagni.
In uno di questi atelier lavora come dipendente la giovane Frances. Al momento di ideare il vestito per una cliente, Frances ascolta “troppo” i suoi desiderata.
Il risultato sarà un abito assolutamente trasgressivo che farà scandalo al ballo e sarà l’inizio della realizzazione del sogno di Frances. Un nuovo lavoro come sarta personale di un cliente molto illustre. Un passo in avanti verso il successo.
Per altro la serata danzante si conclude con un nulla di fatto. Soprattutto per i genitori di Sebastian, perché il figlio non sceglie alcuna pretendente.
Ecco, da qui partono e si dipanano i fili del racconto, congegnato in maniera tale da tenere il lettore avvinghiato fino all’ultima pagina.
Di più della trama non scrivo e non voglio scrivere. Quel che è certo è che di fronte a questa lettura non è possibile rimanere indifferenti e non emozionarsi profondamente.
La parola chiave è: accettazione. Nella realtà dei fatti, a qualsiasi ambito la si voglia riferire, è purtroppo sempre più evidente quanto sia difficile trovarne applicazione.
Insomma, Il principe e la sarta è una fiaba dalla morale attualissima e importante che consiglio vivamente a tutti, dalla preadolescenza in su!