Super la mostra di Bruno Bozzetto a Cremona
A Cremona è in corso la mostra Super al Centro culturale Santa Maria della Pietà di Piazza Giovanni XXIII, organizzata e curata dall’Associazione Tapirulan. Inaugurata il 30 novembre 2019, doveva concludersi il prossimo 26 gennaio, poi è stata prorogata fino al 9 febbraio.
Io sono stata a visitarla il 3 gennaio in mattinata, al costo irrisorio di 5 euro per un biglietto intero. Non potevo proprio mancarla!
Quando ci si concede una meritata vacanza, come la mia per Capodanno, lo si fa per godersi ciò che si ama di più. No?
Non è un caso se le mie giornate a Cremona, la città delle tre T (torri, torrone e tette, o forse Tognazzi, non è ancora chiaro) e dintorni, tra il 30 dicembre 2019 e il 4 gennaio 2020, sono state tutte dedicate alle mie passioni: la musica (con il museo del violino e le mete verdiane), la storia, (visitando chiese e monumenti) il buon cibo (risotti, marubini, cotechino, salumi e chi più ne ha più ne metta) e naturalmente il fumetto.
Ma veniamo a noi, entriamo in tema! Mi fa piacere farvi scoprire il perché del titolo Super attraverso il testo di presentazione della mostra, che ho trovato molto divertente:
«La quindicesima edizione del concorso di illustrazione di Tapirulan è stata Super. Non lo diciamo per superbia – sia chiaro – ma solo perché Super era il tema di quest’anno. 804 illustratori hanno partecipato da tutte le superfici emerse, superando con l’immaginazione e la fantasia ogni nostra aspettativa. Non troverete solo supereroi, – anzi i pochi superstiti sono in minoranza e spesso anche piuttosto acciaccati – perché Super poteva essere declinato in tutte le varianti possibili: dal supermercato alle superstizioni, dal supernaturale alla superstar. Una giuria d’eccezione, supervisionata dal disegnatore e regista Bruno Bozzetto – protagonista della seconda parte dell’allestimento –, ha selezionato le 48 opere della mostra. C’è anche un vincitore (trovatelo curiosando nelle didascalie), che si aggiudica il superpremio di 2.500 euro […] Ma forse è il caso di lasciare il posto alle illustrazioni, pare che le parole – quando si accavallano troppo – finiscano per diventare una supercazzola».
A testimonianza della varietà del concetto di Super nelle opere in mostra, ecco le foto di alcune di quelle che mi hanno colpito di più. Super Nature di Natalie Pudalov; Super x Super di Laura Zani; Supereroi… di Daniela Pareschi; Super should be normal di Riccardo Cusimano; Super Natural di Regina Salviato; È stato super di Federica Fabbian; Super di Luca Fabbri; Preposizioni semplici di Matteo Gubellini; Greta di Iulia Ignat e Supercazzola di Luca Soncini.
E fra le illustrazioni che da subito hanno attratto di più la mia attenzione ho ritrovato quelle dei due vincitori del concorso: Supermassimi di Francesco Fidani, che ha vinto il premio della critica in denaro, e Not before my coffee di Michele Rizzardi che si è meritata il premio popolare.
Un pannello e delle tende bianche dividono questa sezione di Super da quella intitolata La linea intorno all’idea, dedicata all’ospite speciale e presidente della giuria del concorso: Bruno Bozzetto. Un bellissimo percorso espositivo organizzato cronologicamente per ricostruire la produzione dello Studio Bozzetto & C., a partire dagli anni Sessanta.
«A me interessa sempre la storia, non mi considero un disegnatore: metto semplicemente una linea intorno a un’idea »
E cosa c’è di meglio che immergersi subito totalmente nelle atmosfere di quegli anni? Ecco ricreato allo scopo un confortevole salottino in stile (che trovata originale!) dove sedersi e guardare in TV il documentario Come si realizza un cartone animato, girato nel 1963 nello Studio Bozzetto a via Melchiorre Gioia a Milano.
Così inizia la visita, con un affascinante salto all’indietro nel mondo dei rodovetri o rodoid (fogli trasparenti sui quali si ricalcavano le animazioni dei personaggi, e poi si eseguiva la coloritura) e di quell’arte paziente fatta di innumerevoli singoli disegni. Per arrivare a realizzare sequenze fluide e la ben nota magia dei primi cartoni animati ci voleva tempo e un affiatato gioco di squadra.
La stessa atmosfera gioiosamente magica perdura per l’intera mostra che ha il pregio di essere presentata in prima persona dall’autore. Sono suoi i preziosi testi inseriti nei numerosi pannelli esplicativi a corredo.
Leggerli è stato un vero e proprio viaggio nel pensiero, nelle emozioni e nei ricordi del Maestro. Ed è stato un regalo trovarvi raccontate tante curiosità e inediti retroscena.
Pezzo per pezzo è possibile scoprire, riscoprire, o approfondire la ricchezza e la varietà della produzione di Bruno Bozzetto. Le opere esposte sono oltre 250, tutte provenienti dal suo archivio privato e da collezionisti: rodovetri, cimeli, manifesti, studi di personaggi, storyboard e scenografie originali.
Nelle prime “tappe” della mostra Super si passa dai materiali relativi ai cortometraggi (tra cui Cavallette e Mister Tao) a quelli sul mitico Signor Rossi e sui lungometraggi: West and soda, Vip, mio fratello superuomo e Allegro non troppo.
La sensazione che ho provato è stata di pura euforia e di rapimento. Sarei stata capace di rimanere ore e ore a girovagare, guardare e riguardare i singoli pezzi.
E a farmi tornare bambina hanno contribuito i tanti cartoni animati trasmessi su schermo. Bastava goderseli accomodati su una delle fantastiche sedie dotate di sistema di amplificazione, progettate da Mauro Doimo ad hoc per l’occasione. Risultato? Silenzio in sala e niente rumori a rovinare il tour, ma da seduti un fantastico suono stereo.
Per la mia gioia una parte della mostra è interamente dedicata alle vignette e al fumetto. In questo caso però lascio a Bruno Bozzetto descrivere il suo rapporto e la sua idea sulla nona arte. Credo che le sue parole possano essere spunto di riflessione per tutti, come lo sono state per me.
« Sono stato e sono tuttora un lettore di fumetti. Durante la mia carriera ne ho anche realizzati alcuni di mio pugno, mentre altri sono usciti come trasposizione su carta dei due lungometraggi d’animazione che mi hanno fatto conoscere dal grande pubblico: West and soda e Vip, mio fratello superuomo. In questo caso era coinvolto tutto lo studio, in particolare Guido Manuli, che garantiva una sorta di omogeneità stilistica con il tratto dei film d’origine. Le prime tavole di Mi chiamo Johnny e vengo da Tuxon furono pubblicate nel 1966 su Il Giorno dei Ragazzi, che era il principale esponente della linea editoriale dedicata al pubblico infantile e adolescente insieme al rivale Corriere dei Piccoli (che ripropose il fumetto nel 1977). Nel 1968 uscirono i fumetti con Minivip e Supervip. Il primo fumetto realizzato interamente da me – Viva gli abominevoli sciatori, del 1970 – è decisamente atipico perché il testo e i disegni convivono, ma spesso in modo autonomo l’uno rispetto all’altro. Non mancano ovviamente dei libri a fumetti con il Signor Rossi, che è una presenza abituale anche nelle mie vignette, solo sul Corriere della Sera ne sono state pubblicate un migliaio… Disegnare fumetti mi piace molto, ma devo entrare in quella dimensione. Ho notato che quando passo a fare dei fumetti o a scrivere dei raccontini o una sceneggiatura, ho bisogno di almeno un giorno o due per entrare nell’atmosfera, perché fumetti e disegno animati sono cose completamente diverse. Nel fumetto acquista un’importanza incredibile la linea, il punto, lo spazio che dai a un disegno, tutte cose che nei cartoni animati vengono prese dal sonoro, dal rumore, dal tempo, dal montaggio e dalle luci. Questi espedienti nel fumetto non ci sono, allora devi curare la singola riga e dopo un po’ che ci lavori ti appassioni. Insomma, penso che il rapporto tra fumetto e disegno animato sia paragonabile a quello tra fotografia e film».
Ed ecco lì alcune delle tavole pubblicate negli anni ’60 sul “Giornale dei Ragazzi” e sul “Corriere dei Piccoli”! Ma non solo. Si arriva fino a Minivip & Supervip – Il mistero del Via Vai, fumetto edito a giugno del 2018 da Bao Publishing. In questo caso però Bruno Bozzetto è sceneggiatore mentre i disegni sono di Grégory Panaccione.
A chi poi dei “diversamente giovani” non sono rimasti impressi i disegni animati di Bruno Bozzetto, pensati e realizzati per Quark di Piero Angela? Beh, in mostra ci sono anche le illustrazioni eseguite proprio per questo programma, oltre che per alcune serie TV alle quali Bozzetto ha lavorato: Il Corsaro Nero (di cui la Rai trasmise solo la prima puntata), Lilliput, I cosi, Psicovip e La Famiglia Spaghetti.
La visita si conclude con i più recenti progetti del Maestro: vignette e immagini dei cortometraggi dagli anni Novanta fino ad oggi.
Nel pannello esplicativo intitolato giocosamente «Dal Bozzetto al pixel», Bruno Bozzetto racconta del suo primo approccio alla tecnologia e del suo ritorno alle origini con disegni sempre più stilizzati:
«Ho un grande interesse per tutte le novità, quando arriva un’innovazione tecnologica sono subito smanioso di provarla. Penso che la tecnologia non sia un problema in sé, il problema è come la si usa, ma se può essere utile non vedo perché non sfruttarla. Tuttavia il modo in cui ho iniziato ad utilizzare il computer per realizzare dei cortometraggi è abbastanza casuale. In realtà sono stato obbligato. La rappresentante di un’agenzia pubblicitaria mi contattò dicendo che dovevano fare un film in Flash. Era più o meno il 1990. Io ho risposto “Cosa è Flash?”. Non sapevo neanche cosa fosse… Però mi ha incuriosito. Sono andato da loro e mi hanno spiegato il funzionamento. Ho comprato il programma e ho tentato di capirlo. Ma non ho capito niente. Alla fine sono riuscito a fare un film di un minuto con tanti errori imbarazzanti. Quando lo vedo arrossisco ancora. In compenso avevo intuito le grandi potenzialità del programma. Ho scoperto che potevo disegnare sulla tavoletta elettronica, che Flash realizzava da solo le intercalazioni, che potevo colorare con un clic. Un nuovo mondo. La possibilità di vedere subito il risultato dell’animazione sembrava incredibile; prima – con l’animazione tradizionale – si facevano cinquanta o sessanta disegni che dovevano essere fotografati e per rivedere il materiale girato bisognava aspettare lo sviluppo della pellicola, uno o due giorni. Un’eternità. Al contempo il digitale mi ha riportato alle origini, quando lavoravo da solo, con il piacere di fare disegni sempre più stilizzati, dando così maggiore importanza alla storia e all’idea. Del resto ho sempre lavorato più sul racconto che sul disegno, e l’unica cosa che cerco di fare è di utilizzare la tecnica che più si adatta a quel che voglio narrare. Uno dei primi cortometraggi è stato Europa e Italia che racconta con ironia la diversità di comportamento degli italiani rispetto agli altri popoli europei. Ha avuto un grandissimo successo, oggi ha milioni di visualizzazioni su YouTube».
Quanto è cambiato il mondo dell’animazione negli anni! Basta guardare il primo documentario e questo cortometraggio del 1999. E quanta innovazione ancora fino ad oggi! Bruno Bozzetto dal canto suo è protagonista e sulla cresta dell’onda in ogni fase di questi mutamenti. Non c’è che dire: veramente Super!