A Babbo morto, la controfiaba di Natale di Zerocalcare
È ormai arrivato il Natale di questo duro e tormentato 2020, siamo nella seconda ondata della pandemia di covid-19, con l’Italia intera in zona rossa, in lockdown. Come potrebbe andare peggio? Si scherza ma, potremmo ritrovarci a festeggiare A Babbo morto!
Sì, avete capito bene, c’è chi afferma sia morto pure lui, Babbo Natale, ma non di coronavirus. Pare si sia aggravato improvvisamente dopo essere stato a lungo ricoverato per la rottura del femore.
La stessa fonte informa e mette in guardia tutti: Babbo Natale non è il vecchietto corpulento, gentile e affettuoso che pensavamo di conoscere. Non è quello che per bontà e missione durante l’anno fabbrica i doni e la sera della Vigilia li porta a tutti i bambini del mondo volando su una slitta trainata dalle renne… Tutto il contrario! È un magnate, un industriale della peggior specie, il boss della Klaus Inc.
Michele Rech, Zerocalcare, mette a nudo tutti questi retroscena in A Babbo morto. Una storia di Natale pubblicato il 12 novembre 2020 da Bao Publishing. Un lavoro che colpisce per la forma.
Si presenta come un misto tra un reportage, una fiaba cinica tragicomica, un albo illustrato assolutamente non adatto ai bambini, un diario cronachistico e un fumetto. Il volumetto di 80 pagine è in parte in bianco e nero, come i più classici fumetti di Zerocalcare, e in parte a colori, realizzati dal bravissimo Alberto Madrigal, fumettista che da sempre rende speciali le copertine dell’amico e collega.
«Castigat ridendo mores». Suona così la locuzione latina composta dal letterato francese Jean de Santeuil (o Santeul, detto Santolius) nel XVII secolo. Riportata sui frontoni di molti teatri, chiarisce come commedia e satira contribuiscano al cambiamento dei costumi, ironizzando su vizi e difetti umani.
Zerocalcare con la sua controfiaba metaforica fa proprio questo, ammonisce e critica conscio delle potenzialità in questo senso di un prodotto all’apparenza leggero e divertente.
Così Babbo Natale è a capo di una grande società per azioni che distribuisce prodotti di tutti i tipi e che sfrutta in modo bieco i folletti suoi dipendenti. Quando muore, i due figli Figlio Natale e Figlia Natale, di nessuna statura morale e assolutamente senza scrupoli, si fanno la lotta per succedere alla direzione della holding.
E le già difficili condizioni dei lavoratori peggiorano ulteriormente. Si annunciano licenziamenti di massa e in risposta si accendono le proteste sindacali. Inevitabili gli scontri. Le renne caricano con forza gli scioperanti e uno dei folletti muore. Si dice che il decesso sia avvenuto per cause naturali ma l’analisi del corpo evidenzia ben altro. Malgrado ciò, «tutte le renne coinvolte nella gestione dell’ordine pubblico di quelle giornate sono state promosse».
Si innesca una spirale di violenza, di azione-reazione fatta di attentati e repressione. I folletti che sopravvivono sono costretti a migrare con le loro famiglie e a cercare asilo politico in Europa. La Klaus Inc. vede distrutta la sua immagine, cade in disgrazia e viene acquistata per pochi soldi da un altro colosso dal nome evocativo: EasterKrupp.
Anche la Be.Fana non esce messa meglio dal fumetto! Le sue anziane rider hanno contratti da fame e senza alcuna tutela. Scioperano insieme ai minatori sardi, le cui miniere di carbone vengono chiuse perché i bambini non hanno più i gusti di una volta. Ma tristemente in certi ambienti di lavoro “nessuno è indispensabile” e tutti si possono sostituire.
Nel fumetto i cambiamenti sociali e di mentalità si esprimono nei modi più disparati. Ecco quindi adulti che usano indiscriminatamente i social e puntano alla TV spazzatura per diventare famosi e bambini che non giocano più con i cavallucci a dondolo prodotti artigianalmente ma esigono il Nintendo. Per loro poi, niente più carbone all’Epifania ma solo dolciumi. I giganti del mondo produttivo sono abili ad assecondare questi mutamenti e ne traggono unilaterale vantaggio!
Accanto a tutto ciò trovano posto vicende che rimandano ai fatti del G8 e della Caserma Diaz, allo sfruttamento di rider e dipendenti delle grandi piattaforme digitali, agli effetti di certo giornalismo sensazionalista, e a tanto altro. Insomma, avendo un minimo di conoscenza della cronaca e della politica degli ultimi anni, i tanti riferimenti che l’autore inserisce nel suo lavoro sono piuttosto chiari.
Si ride dunque per le continue trovate acute e sarcastiche di Zerocalcare, ma amaramente perché ci vuole un attimo a capire che troppo spesso la realtà supera la fantasia, purtroppo.
Nonostante tutto alla fine di questa storia di Natale, di questa fiaba delle feste al contrario che solo Zerocalcare avrebbe saputo ideare, si rimane interdetti. Lacerati fra la conferma della sua genialità e un senso di vuoto e di inconsistenza… L’impressione è che tutto svanisca senza lasciare davvero il segno.
In ogni caso sono contenta della mattana che mi ha permesso di aggiudicarmi alle sette del mattino la copia variant n. 2190 di 3000 di A Babbo morto. In copertina un imperdibile Zerocalcare in versione natalizia che canta nella neve, con il maglione con il disegno dell’armadillo.
Ha avuto talmente tanto successo quel golf che Bao Publishing ha diffuso tramite i suoi canali social lo schema per poter realizzare l’armadillo con i ferri e la lana, o con l’uncinetto. Peccato non sapere né lavorare a maglia e nemmeno al punto croce. Ma questo è un mio problema!
La risguardia anteriore della variant contiene un’altro elemento che la rende tremendamente kitsch e allo stesso tempo un oggetto da avere senza se e senza ma. Si tratta di un carillon elettronico con interruttore per poter ascoltare e riascoltare Jingle Bells in versione punk eseguita da Francesco “Cek” Bosco.
In conclusione, meglio ripeterlo, non seguite assolutamente il consiglio della quarta di copertina: «se proprio dovete fare dei figli almeno dite loro la verità». Non regalate il libro ai più piccoli, nemmeno per sbaglio! E invece se voi grandi siete curiosi, provate anche l’esperienza dell’audiolibro. Ne è stato prodotto e distribuito uno da Storytel in cui le voci dei protagonisti sono quelle di un insolito trio di fuoriclasse: Zerocalcare, Neri Marcorè e Caterina Guzzanti. Mi aspetto un gran risultato da questo adattamento originale!