Venezia: poesia ed incanto
Questo articolo vuole essere il mio sentito augurio per Venezia, letteralmente devastata ieri dal maltempo e dall’acqua alta che ha raggiunto i 187 cm, causando danni incalcolabili e morte. Non si vedeva un livello tale della marea dal 1966.
Le immagini trasmesse dalla televisione e che circolano nel web fanno proprio male al cuore. Sono vicina e abbraccio tutti gli abitanti, in ginocchio per le tante enormi difficoltà.
Spero che la città si possa riprendere e tornare presto ad essere quella stampata nei miei ricordi e descritta da Jirô Taniguchi (Tottori, 14 agosto 1947 – Tokyo, 11 febbraio 2017), uno dei più grandi mangaka giapponesi di tutti i tempi.
Il suo libro Venezia non ha bisogno di tante parole per essere descritto. È un’autentica opera d’arte.
Creato in origine per la collana “Travel Book” di Luis Vuitton, è stato ripubblicato in brossura da Rizzoli Lizard nel 2017.
Sfogliando Venezia ci si ritrova come per incanto nella consueta tranquillità di canali, ponti, campi e calli. Non si legge più un volume d’ambientazione, si è a Venezia.
Si sentono l’odore salmastro e lo sciabordio dell’acqua, il rumore dei battelli, il vociare dei gondolieri. Il ritmo dei passi del protagonista diventa quello dei nostri passi.
Si arriva a percepire il calore del sole sulla pelle e a provare la nostalgica magia del tramonto. Una sensazione unica che bisogna sperimentare! Guardate il video e capirete meglio quello che intendo!
Forza Venezia! Sono con te!
2 Comments
Carmelo
Io i manga li detestavo. A cominciare dai cartoni animati, quelli tipo UFO Robot e compagnia. Poi, un giorno ho deciso di acquistare quel numero dei fumetti di Repubblica, quello dedicato a Taniguchi e sono rimasto folgorato. Specie da quei racconti con L’uomo che cammina e Buongustaio. La loro semplicità era pari alla precisione estrema del tratto, di una pulizia straordinaria. E la poesia che emanavano era di straordinaria purezza. Poi ne ho comprato qualcun altro di Taniguchi, ma devo dire che certa scelta editoriale di pubblicarli come i manga originali giapponesi, cioè con la lettura da destra a sinistra, non mi trova d’accordo: è faticoso e un po’ deprimente, ma per fortuna che non tutte le pubblicazioni lo adottano. Comunque, è triste sapere che un simile geniaccio ci abbia lasciato così presto.
Grazie per l’ospitalità.
Giulia D'Angelo
Ciao Carmelo! In effetti è proprio vero, si rimane folgorati dall’opera di Taniguchi, un mangaka davvero straordinario sia dal punto di vista narrativo sia del tratto grafico. Nei confronti dei manga pubblicati nella forma originale devo dire che ho un sentire diverso rispetto al tuo, che comunque comprendo. Mi attraggono molto e non mi spaventa affrontare la fatica e la difficoltà di lettura. Sono abituata per ragioni professionali a questo genere di frustrazione, o di “depressione” come la chiami tu. Mi piace proprio l’idea di riuscire a superarla, con l’esercizio, e di poter entrare nella mentalità e nella cultura giapponese anche attraverso la forma del libro e il gesto della lettura da destra a sinistra. Comunque sì, peccato aver perso un artista di questo calibro e così prolifico a neanche 70 anni… Grazie a te per avermi raccontato la tua esperienza e torna presto sul mio blog! Un abbraccio!